30 marzo 2011

2 aprile: biciclettata Padova-Castelfranco

E' primaveraaaaaa,
svegliatevi bambineeee!!! :-)



Sabato prossimo, 2 aprile, ci troviamo tutti (quelli liberi da impegni ufficiali evitiamo inutili scuse di altro genere) per fare questa biciclettata sugli argini, da Padova a Castelfranco Veneto e ritorno.


E' previsto un leggero spuntino da consumarsi a Castelfranco, che ognuno vedrà di procurarsi, o portandoselo da casa o acquistandolo direttamente alla meta (è sabato e un bar o un supermercato lo si trova aperto).

In totale, andata e ritorno, sono circa 70km.

La partenza è alle 9 da Mortise, piazzale della chiesa; ci vorranno, assolutamente senza forzare, circa due ore e quindici.

Per chi non se la sente di fare in bici tutta quella distanza, ci sono due opportunità:


  1. il gruppo che intende fare meno km totali (circa 40km) si porterebbe con propri mezzi a Campodarsego alle 9:30 e verrebbe raggiunto da chi è partito da Mortise intorno alle 9:30-40 (dipende se dobbiamo aspettare dei ritardatari a Mortise); tutti assieme faremmo il tratto da Campodarsego a Castefranco, spuntino, ritorno a Campodarsego e poi quel gruppo tornerebbe a casa con i propri mezzi parcheggiati là, mentre i più "intrepidi" concluderebbero in bici il percorso fino a casa.

  2. per tutti partenza alle 9 da Mortise, piazzale della chiesa. Arrivo a Castelfranco, spuntino e poi chi torna in bici riparte e gli altri possono tornare in treno (son tutti Regionali e quindi dovrebbero avere la carrozza per il trasporto bici), per la modica spesa di 2,95€ e forse altrettanti per la bici. Ci sono diversi orari disponibili e in 35-40 minuti arriva a Padova. Questi alcuni orari di partenza da Castelfranco: 13:52 / 15:05 / 16:04 / 16:43 / 17:33 .......


Vi aspetto numerosi e numerose, non ci sono scuse, sarà una bella giornata: portatevi da bere!Per chi non è inserito nella mailing list NDEMO DAI, cercate di fare voi il passaparola, grazie.



Un abbraccio.

SENIOR

29 marzo 2011

Muson dei Sassi-Gran Bosco dei Fontanassi- Oasi Cervara



ciao ragazzi. Ieri vista la brutta giornata mi son messo a cercare un'intinerario da fare per oggi, visto che le previsioni davano bel tempo, ed ho trovato" La GreenWay del Parco del Sile ", intinerario da fare in MTB ,che parte da Castelfranco ed arriva fino ad Jesolo lungo il Sile, e così stamattina ho deciso di partire ed arrivare fino all'Oasi Cervara (che purtroppo era chiusa), in totale sono 120 km tra andata e ritorno(anche se ea traccia ghe ne segna 100 parchè quel beco del Garmin al ritorno el se ga incantà).
Ci vediamo sabato Bepi



La "Pina"


Ciao cara "sorella", io sono la PINA (diminutivo di Pinarello F4:13), non sapevo che anche noi, purosangue da strada, avessimo spazio in questo blog.

Sembra il regno solo di chi frequenta argini, sterrati, radici, sassi, fango, buche, fogliame, rami di traverso, terreno sconnesso e quant'altro.

Noi che amiamo la velocità, gli scatti, il vento che scorre accarezzando la nostra linea aerodinamica; la leggera silouette del nostro telaio; il correre in "punta di piedi" con i nostri tubolari che sfiorano l'asfalto...

Beh cara PPF6 ("l'appoggiata" non mi piace molto), al mare ci sono stata diverse volte, anzi sembra la meta preferita di chi mi divide con "NerAzzurra", l'amica di "Canc".

Loro sì che sono uscite insieme più volte e più volte hanno fatto assieme lunghi persorsi, con le "bisaccie". Loro sì che hanno dormito fuori casa, han passato la notte sotto le stelle, sono state all'estero, mah cosa avranno poi di così speciale...

Ma perchè noi, che siamo sorelle, non siamo mai uscite assieme? Anch'io una volta ho fatto il Manghen, ma Dario, quando mi porta in giro, non ha ancora compreso tutte le mie peculiarità, non sa effettivamente "governarmi", è abituato alla consistenza di NerAzzurra, alla pedalata più morbida di quella "cicciona"!

Che dire... ma confido che prima o poi si stancherà di quella selvaggia e mi sgancerà più spesso dal portabici in garage, lasciando NerAzzurra appesa. NdemoDai!


ps: caro Fiore, sarìa ora che te te convertissi anca tì... alla doppia bici!

28 marzo 2011

La mia prima volta...al mare


Salve, sono PPF6 (acronimo di Pinarello PF serie 6) e sono l’ultima bici “adottata” da Stefano. Alcuni anni fa, quando quest’ultimo ha deciso, sotto consiglio del medico, di passare dal calcetto alla bici è arrivato mio fratello maggiore Canc (diminutivo di cancello), poi, un paio d’anni fa, è arrivata mia sorella Olybull (parola macedonia da Olympia e Bullet) e infine la sottoscritta.

Canc è tra noi quello più pesante, il meno tecnologico, insomma quello più vecchio che, come succede spesso con i figli, è anche quello che dà più problemi. Con lui Stefano esce parecchie volte, lo ha sopranominato “te xi queo che me merito” intendendo una certa assonanza tra la scarsità della bici e quella del corridore. A volte addirittura, come su un cavallo, gli appoggia sopra delle grosse borse e se ne stanno via per diversi giorni. Che sia per questo che Canc si crede tanto importante? Comunque resta il fatto che, come succede spesso con i figli, a chi ha più bisogno si dedica più tempo e energie.

Olybull invece, dal punto di vista tecnico, è equipaggiata bene, la sua geometria è accattivante, dentro le guaine gli scorre olio profumato di fragranza e non fili come a me e a Canc, tuttavia, a mio parere, rimane pesante e molto grossa. Non capisco, e un po’ mi disturba, perché quando se ne va in giro per strada, con gli ammortizzatori anteriori e posteriori tutti belli gonfi, gli uomini si girino a guardarla. Stefano l’ha sopranominata “voria ma no posso” nel senso che con lei potrebbe permettersi discese tecnicamente molto impegnative, ma ogni volta che ci prova, poi spesso, deve marcare visita.

Infine ci sono io che, senza falsa modestia, sono la più leggera e contemporaneamente la più reattiva, non sono per niente sofisticata ma non mi manca nulla di quello che è necessario per essere una che potrebbe frequentare tranquillamente il jet set del ciclismo. Insomma, sono la più bella. Stefano mi ha sopranominato “l’appoggiata” perche rimango, appunto, appoggiata per lunghi periodi nel muro del garage/deposito anche quando viene la bella stagione e il sole dovrebbe abbronzare la mia pelle che comunque è già al full di carbonio.

L’altra sera, come ogni tanto succede, Stefano mi porta dal garage/deposito al garage/box di partenza per misurare la pressione delle mie ruote, quasi per accertarsi che sia ancora viva, visto che l’ultima volta che sono uscita “è stata l’estate” scorsa, quando sono andata sul Manghen. Guarda la mia catena e borbotta: “ghe mancaria anca che te gavessi bisogno de oio co que che te uzo”…il solito ascaro. Di nuovo, rispetto a tutte le altre volte, c’è che non mi riporta nel garage/deposito, ma io non mi illudo. Al mattino sento che traffica e poi, di colpo, attacca sul mio palo obliquo una cosa famigliare ma che subito non riconosco, ma si, è la borraccia, piena, oggi si esce!

Stefano è diverso dal ragazzo che avevo prima, d’altra parte quest’ultimo con i suoi vent’anni era uno continuo scatto, i suoi muscoli mettevano a dura prova il mio telaio e tutto era misurato in prestazioni, compreso le volate finali. Non posso dire che Stefano vada piano, diciamo che è lento. La sua pedalata è costante dall’inizio alla fine anche se non so mai dove voglia arrivare, un po’ come i suoi post. Comunque quello che vedo mi piace e mi ripaga di tutto il tempo che sono stata appoggiata. Inizialmente ville, poi chiese che si ferma a fotografare appoggiandomi su un palo ruvido di un semaforo. Ad un mio accenno di insofferenza mi guarda male dicendomi che ci sono cose, chiese che ricordano incontri, persone e cammini importanti…non capisco ma mi adeguo. Poi canali, campi, acqua, e ancora, acqua ,canali, campi, tanta acqua, troppo acqua, io tanta acqua così non l’ho mai vista, vuoi vedere che…ma si, Stefano mi ha portato al mare. E’ stato fantastico!!!

Ora sono ritornata,… appoggiata.

Appoggiata, in questi ultimi anni sto cercando di imparare a stare lì dovunque vado, vivendo la realtà di un istante o di un giorno invece di essere altrove con la mente e con l’anima, ossessionata dal passato o dal futuro. A volte, come mi ha suggerito un amico, è già abbastanza non remare contro.

Non ho abbandonato i miei sogni di gloria, quelli per cui sono stata pensata prima e costruita poi, anzi, questi mi aiutano ad accettare con gioia e motivare la mia quotidianità. Correre ogni giorno, o quasi, comportava uno stress al telaio e agli ingranaggi principali, ora , stare un po’ tranquilla mi aiuta a curare di più e meglio le relazioni con mia sorella e mio fratello, quelle famigliari e non.

Da gusto alla vita sap-ere che solo assieme ai miei fratelli riesco a soddisfare il desiderio di “andare” del mio Capo, pensare che la mia sete, di correre e non solo, si spegne solo dall’incontro con il suo desiderio di darmi da bere .


27 marzo 2011

E allora.... W le Donne!!



Eccoci qua... la sezione distaccata Treviso del 'NDEMODAI!

Oggi abbiamo fatto una cinquantina di km con 290 metri di saliscendi. Un buon allenamento per le prossime uscite in gruppo sui Colli Euganei.
Andremo sicuramente più forte del Fiore che perde tempo sugli sci.
Ed in onore di Padova abbiamo anche trovato una gallinella.

Un saluto a tutti
GG e ARI

La traccia del giro

Le foto del giro

Loreggia via Muson 26 03 11


Caro presidente,

anche le donne corrono.

Venerdi giro del Tergola mentre sabato pomeriggio abbiamo provato il primo pezzo verso Castelfranco, anteprima di quello che faremo sabato o domenica prossima.

Mira 20 03 11

'Ndemo dai e... non solo.

Sottotitolo: le pecorelle e il lupo cattivo.




26 marzo 2011

Colli 26 03 11 - Monteortone


Oggi abbiamo fatto un girettino sui colli. C'è chi è partito da casa (mortise) e chi direttamente da Monteortone. Come al solito, compagnia allegra e giornata già caldina. Abbiamo fatto parecchie soste e in una di queste abbiamo conosciuto altri bikers con cui ci siamo fatto un pezzo di stada assieme.





PS Non essendo riuscito a piazzare il presidente intanto l'ho messo in parcheggio :)


25 marzo 2011


Tosi scuseme, no go resistio...bei i colli in primavera ma oggi proprio ghe stava l'ultima sciada dea stagion. So che Gigi provara' na serta invidia, ma unco proprio no se podeva star casa o in ufficio a lavorare.
Fiore

Alleghe Pian dei pezze' 2100 mt/slm

Mission Impossible


Sabato 26 alle 8 mi ritrovo in MTB, in patro, con alcune donne e le accompagno fino al santuario di Monteortone, le lascio lì, poi proseguo con chi si unisce per un giro su per i Colli. Se ti interessa unirti dall'inizio o a partire dal santuario in poi, fatti vivo. NDEMO DAI!

23 marzo 2011

Torreglia -Roccolo-Venda e Teolo



Ragazzi, una giornata primaverile stupenda,sono partito da casa alle 11.30 con l'idea di andare a Este ed Arqua per la Cingolina ma arrivato al passo Siesa son dovuto tornare indietro perchè era chiuso e cosi ho cambiato intinerario ,son salito a Torreglia Alta e poi ho preso quella brutta bestia del Roccolo(e lè dura per un pensionato!!!!)però quando arrivi su e vedi il panorama delle foto la fatica la dimentichi,poi sosta al capitello di Antonio(lo chiamo cosi perché ormai siamo amici con tutte le soste che ho fatto sulla panchina a fianco del capitello)a Castelnuovo,già che c'ero salita del Venda sono sceso a Vò e siccome volevo andare a vedere il Padova allenarsi sono salito a Teolo e sceso per la Costigliola per andare a Bresseo,alla fine sono 1000 metri di dislivello, fatti con la voglia di pedalare con i miei limiti e di essere "ascaro" come scrive Stefano ed è vero anche quello che scrive Fiore " è bello correre per svago e divertimento e non per gareggiare".
Ci vediamo per il giro fino a Castelfranco.
ciao a tutti
Bepi

traccia del mio giro

21 marzo 2011

100 km degli ascari


Buona primavera a tutti. Chi mi conosce, un po’, sa che a me piace molto correre, in bici o a piedi, in compagnia ma che, ogni tanto, sento il desiderio di andare e stare anche da solo. Nel “primo tempo” della mia vita questo imprinting dell’ascaro (nel suo significato veneto) era molto presente e chi mi conosce, da un po’, lo sa bene. Ora, che sono entrato da qualche anno nel “secondo tempo”,…anche :) E’ per questo imprinting che sabato mi sono alzato prestino e anche se il tempo non prometteva nulla di buono, non ho avvisato nessuno, ho preso la mtb ( il cancello per la precisione) e sono andato. 100 km, non dei forti, ma comunque su e giù per i nostri colli, un giro dell’ascaro per l’appunto. Uno di quelli, che come a me piace chiamarli, riconcilia con i propri limiti. I limiti. Anche in questo la bici mi insegna, al contrario che nella vita, a viverli come risorsa. In bici conoscerli e tenerne conto non è una vergogna, non è solamente necessario ma diventa un aiuto per poter continuare e concludere il proprio giro. Se poi non sei un ascaro e corri in compagnia, i propri limiti sono noti a tutti e viceversa, ed è l’unico modo per “andare”, ognuno con il proprio passo, insieme. La bici mi insegna che il modo migliore per conviverci è farseli amici, riderci sopra con ironia e in semplicità. Trovo che nella mia vita non sia così. I limiti sono limiti, e basta! Mi impediscono di arrivare dove e come io vorrei nelle cose e nelle relazioni, come se quello che io penso sia il “meglio possibile”. Uno di questi è il desiderio di perfezionismo che, se di per se è bene, diventa invalidante quando si trasforma in mania. La mia natura, l’educazione ricevuta e un modo di fare di oggi suggerisce addirittura di non intraprendere certe iniziative se non sei sicuro che poi abbiano successo. Questo mi porta a una “perfetta pigrizia”. In bici parto anche se non è bellissimo, con un itinerario di massima, i cambi di programma non sono imprevisti ma occasioni per vedere cose nuove, le soste non sono perdite di tempo ma momenti in cui riposare e scherzare con chi sta correndo con me, lo “sguardo sempre fisso alla meta” non è motivo di ansia ma invito a godere del paesaggio che sto percorrendo. C’è un detto veneto che una persona a me molto cara era solita dirmi quando dovevo prendere delle decisioni importanti ma anche no: “chi fa poe sbagliare, chi no fa ga xa sbaglià”. La foto è di “un stroparo” piantato, come si usa, a “cao” di un filare di vigne. Non è sicuramente la pianta più bella, che da un buon frutto, la più alta, la più dura, nemmeno il suo nome è bellissimo (quello scientifico Salix viminalis suona molto meglio…la potenza dei nomi) eppure i suoi rami, le strope, nelle mani del contadino diventano, attraverso la maestria della potatura e legatura, strumento perché la vigna possa “prendere” il sole migliore così da dare il suo frutto. Mi rassicura e mi commuove pensare che il Contadino “ami e si compiaccia” anche “del stroparo”. “Costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezione”. Volevo infine anch’io ricordare Nadia. Ognuno “conserva nel proprio cuore” ricordi frutto della propria esperienza con lei e con la sua famiglia. Nei miei lutti, non solo fisici, mi ha aiutato molto ascoltare questa canzone che dedico a lei e a chi come me, e più di me, ha avuto in dono la condivisione di una parte di questo viaggio.



20 marzo 2011

Treviso - Montello


Io oggi invece mi sono trovato con due orette libere.
Non sarà il monte Grande ma 290 metri in su sono un buon allenamento.
Ciao a tutti e W NDEMODAI!
GG

Vedi i dettagli del giro

Vedi le foto

Giro su i Berici

Stamattina ho fatto un giro su i Berici con mio cugino che corre con G.S Ponte San Nicolo e altri otto scatenati(velocita media in piano 33 km minimo),la mia situazione all'arrivo a casa è ben raffigurata dalla foto,molto meio fare i giri con voialtri che gavì un del rispetto per i pensionati.

19 marzo 2011

Mercatino dell'usato

Causa mancanza di spazio metto in vendita componentistica cicloturistica, usata ma tenuta bene.

Astenersi perditempo.



Cussì ghemo contentà anca Gigi che voeva e foto in verde.

Vai alle foto del giro

18 marzo 2011

Padova -Mira porte e ritorno


Non che la giornata promettesse bene, ma ciapare acqua e grandine a 500 mt dalla meta no fa mai piacere. Comunque testato giubbetto invernale, tien caldo (tanto) e anca un po' l'acqua.
Per il resto 42 km piacevoli in compagnia del presidente e del vice Gnoato. Troooppo forti.



Vai alle foto del giro

10 marzo 2011

giro del 10 marzo 2011

Anca un cò me so me so fatto un bel giro in bici(Costigliola-Santuario Monte Madonna e Castelnuovo 70 km). A so drio andar su al Santuario, so a metà strada da l’ultimo tornante e sento sonare na batteria, penso-che impianto stereo ga stà macchina che go da drio-me giro e non ghe xe nessuno, me digo -e ora vuto vedere che sta salita me fa vere e travegoe,rivo aea curva e non te vedo miga el personaggio dea foto che xe drio sonare ea batteria,me fermo e ghe domando se posso farghe na foto, el me dise ok e poi el me domanda-ma sente tanto basso ea batteria- eo vardo e ghe digo – ma a chi vuto daghe fastidio qua dessora. Ciao a tutti

8 marzo 2011

08/03/2011

Anzitutto auguri a tutte le donne anche se non so quante frequentano questo blog.
Grazie GG. Mi piace questo blog, forse perché lo sento anche un po’ mio, un po’ nostro, è comunque una bella opportunità.
Sto leggendo un libricino di “avvicinamento” al ciclo pellegrinaggio di Gerusalemme :) (non ho detto l’anno) e ho trovato una bella frase che condivido:

“Non voglio mettermi fretta: questo è un atteggiamento velenoso del nostro tempo. Se vuoi fare qualcosa in fretta significa che non te ne importa più niente e vuoi passare a fare altro.”

E un modo di fare che trovo molto spesso nel mio pormi davanti alle cose e alle persone. Mentre faccio una cosa sto pensando a quella successiva, mentre sto con una persona la mia testa, il mio cuore e molte volte anche il mio sguardo pre-corrono altre strade.
Credo sia il frutto di questa ormai famosa mania di efficientismo, l’essere misurati sulla produttività che ci porta a queste maniere.
La bici cosa centra in tutto questo? Niente, almeno per chi non la pratica, come noi, per piacere ma solo come mezzo di trasporto o per agonismo.
Chi pedala per piacere invece, sia per giri giornalieri che per alcuni giorni, sa bene, e se non lo sa lo impara, che è giusto organizzarsi ma non fare “una lista delle cose da fare”.
Pedalare a testa alta ti permette di guardare e ascoltare ciò che ti sta attorno, godere i piccoli dettagli e le differenze. Osservare di più e analizzare di meno, prendere le cose come vengono. E’ un esercizio in cui si pratica la flessibilità e la pazienza. Diversamente è solo fatica.
E’ in questo senso che ritengo l’andare in bici anche una palestra per essere meno frettoloso nelle mie giornate, nelle mie relazioni. Godere di più e meglio nelle cose e con le persone con cui sono chiamato a stare, convinto che, ed è così, siano le uniche vere perche situate in un tempo che è il presente. La pazienza di ricercare il buono e il bello che c’è in ogni cosa.
Altrimenti si rischia di correre in bici, e nella vita, a testa bassa, pre-occupati dall’itinerario, dai tempi e dalla classifica.
Quando si preferisce l’arrivare al piacere, quando si sono dosate male le forze, arriva la stanchezza, ma non quella appagante, frutto della strada percorsa, bensì quella che toglie le motivazioni al continuare, anche con fatica, a pedalare, ed allora è inutile dare colpa alla bici, in fondo anche lei, se non la ami e la rispetti, ti dirà: “non ti conosco”.

PS Ma sto blog xe poe usare cussì?

6 marzo 2011

Laghetti di Carturo


Oggi io Stefano e Fiore abbiamo fatto il giro dei laghetti di Carturo.
Splendida giornata di sole con temperature miti e, come al solito, ottima compagnia.
Ciao a tutti
GG


Ndemo Dai! FORZA MAX!!

Ndemo dai!
Eccoci qua. Finalmente è nato il Blog Ndemo Dai per tenerci sempre aggiornati sui giri che facciamo appena abbiamo un po' di tempo.
Da qui potremo trovare link per foto, percorsi, tracciati e mappe. Ma soprattutto tutta la simpatia degli amici Baikers del 'NDEMO DAI! Baikers Tim.

Direi che il primo post lo dedichiamo all'amico Max che ieri si è spaccato per l'ennesima volta!
Forza Max! Rimettiti presto che dobbiamo andare in bici.