30 novembre 2011

Monte Ortigara fuori stagione

Novembre, mese autunnale in cui normalmente si fa il bilancio della stagione sportiva che volge al termine, persino i ciclisti professionisti in questo mese riposano, concedendosi alcuni strappi dal loro ferreo regime alimentare. Tutto avrei pensato, meno che indossare gli scarponi ed andare a camminare in montagna.

L'iniziativa nasce per caso, un mio collega originario dell'altipiano, che di cognome fa Frigo ma non è parente di Janez, la butta li: venerdì 25 novembre andiamo a fare un giro in montagna, chi ci sta? Aderiamo in tre, destinazione Monte Ortigara.

Lasciamo la macchina a piazzale Lozze ed imbocchiamo il sentiero che ci porterà verso cima Calidiera. La giornata è splendida, temperatura fresca, cielo terso e, in quota, troviamo pure la neve. Per me e per un altro amico questa è la prima volta che andiamo in questi luoghi, per lui che si è trasferito da poco a Padova è addirittura la prima volta che frequenta le nostre montagne, continuiamo a guardarci intorno e ci sembra di essere caduti dentro un libro di storia. Man mano che si sale penso sempre più intensamente a tutti quegli uomini che sono morti qui, italiani o austriaci che fossero non fa nessuna differenza, alle sofferenze che hanno dovuto patire ed all'assurdità della guerra.

Saliamo fino a cima Caldiera, poi giù a Pozzo della Scala, dove venivano “immagazzinati” gli uomini da mandare in prima linea, ed ancora avanti verso il passo dell'Agnella, per poi salire sul monte Ortigara percorrendo una ripida scala scavata nella roccia, e transitando all'interno di la galleria che ospitava un nido di mitragliatrici austriache. Sosta doverosa al cippo austriaco ed al cippo italiano, poi discesa verso il baito Ortigara e la chiesetta sul monte Lozze.

Sono andato a rileggermi il post scritto da Stefano 23 agosto e raccolgo fin da ora l'invito, l'anno prossimo ci torniamo in bici.

Ndemo Dai.

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Traccia GPS

28 novembre 2011

Ea bomba del Bajo



Visto l'avvicinarsi della fine dell'anno potrebbe sembrare un botto in attesa dello scoppio, in realta è la bomba del conte Bajo "deposta" accuratamente sul piazzale del Roccolo.



Sabato scorso giretto per pochi intimi, fatto in tranquillità, con un giusto mixer tra asfalto e sterrato, pietraie e facili single track.










25 novembre 2011

Beh insoma!!! Intanto parto, dopo vedemo.







Sabato scorso, dopo circa tre mesi di fermo, causa preparazione maratona di Venezia e infortunio di cui alcuni di voi sanno, ho rifatto un giro in mtb, degno di questo nome, nei nostri colli Euganei.
Ripartire dopo un periodo di inattività, anche se per una cosa che mi piace e che so farmi bene, mi fa provare strane sensazioni…quasi tutte mi portano nella direzione di rimandare l’idea. Un po’ di pigrizia, sapere che c’è da faticare, pericolo di cadere (per me non così remoto e non solo in bici :) ), a cui si è aggiunto la nebbia della sera prima e il freddo della mattina.
Come faccio di solito in questi casi ho preparato comunque la sera prima tutto il necessario come se dovessi “andare”.
Al mattino mi alzo, faccio colazione e poi decido di tornarmene a letto, anzi no, mi dico: “Beh insoma!!! Intanto parto, dopo vedemo”.
Una settantina di chilometri con in mezzo Monte Grande, Vietnam, Campo Sportivo, Pirio e Carabiniere.
Come spesso succede quando decido di andare, anche se con una certa spocchiosità credo di conoscere tutto del giro, questo mi riserva sempre delle sorprese e quasi tutte piacevoli.
I colori che i nostri colli hanno in questo autunno ritardato e la nuova compagnia a cui ci siamo aggregati e che ancora ringrazio per la mattinata passata assieme hanno dato del “nuovo”,
Domenica prossima ho l’opportunità di iniziare nuovamente un cammino, c’è parecchia nebbia, dentro e fuori, e il freddo mi consiglia di stare in casa, magari sotto il calduccio delle coperte.
Anche questo cammino conosco bene e a volte mi vien da pensare che non potrà dirmi più nulla di nuovo tuttavia…vedo che l’unico modo di aggiungere vita al mio tempo è quello di aver fiducia e ri-partire, ogni volta.
Mi piacerebbe vivere, non sempre ma qualche volta, le mie giornate come un regalo non dovuto, che mi coglie di sorpresa, viverle facendo posto anche agli altri, nel dialogo, quello che è più di uno scambio di pensieri, è uno scambio di doni.
Beh insoma!!! Intanto parto, dopo vedemo.



12 novembre 2011

un filo d'olio


Ma chi l'ha detto che i giri in bici ,per essere belli, devono essere lunghi.?Stamattina ,dopo la luculliana cena del gruppo " NDEMO DAI! " , ci siamo ritrovati con alcuni reduci.
La ricetta del giro : una terrina di giornata meravigliosa di sole, una manciata di buona compagnia, un pizzico di chilometri sterrati, una spolverata di downhill, quel che basta di Davide GPS e soprattutto un filo di olio di oliva a crudo!!! Ed ecco servito il giro " giusto".
Ciao a tutti.

Fiore

ps: un ben ritrovato a Dario Taurin.

FOTO DEL GIRO 

PS del GG: GRANDE DARIONEEEEEE

2 novembre 2011

The tarmac side of the hills.

Ci sono alcuni giorni in cui non so bene cosa fare: resto a letto un po' di più? Faccio qualche lavoro domestico di quelli che nessuno ha mai voglia di fare? Prendo il cane e vado a fare una passeggiata? All'improvviso si sveglia l'ascaro che si annida in me: “dai, la giornata è bella, prendi la bici e vai a farti un giro da solo!”. Non resisto, verifico che gli impegni familiari me lo consentano, quindi vado.

Il primo dubbio riguarda il mezzo da utilizzare, MTB o bici da strada? Visto il titolo del post è evidente che la scelta è ricaduta sulla bici da strada.

Il secondo dubbio riguarda il percorso, dove vado? Mi è ormai chiaro che in queste occasioni è più importante l'andare che il dove andare, comunque visto che si tratta di un giro ascaro faccio in modo che lo sia completamente: giro sui colli con obiettivo minimo salita al Monte della Madonna, ben venga tutto quello che verrà in più, che alla fine sarà pure parecchio in più, ma nulla rispetto ai vari Grappa, Stelvio o Manghen, quelli mi sto preparando per affrontarli l'anno prossimo.

La cosa che mi stupisce ogni volta che esco da solo è come la fatica, che pure si fa sentire, non riesca a togliermi minimamente il piacere di andare, di guardarmi attorno, di pensare a cose che non c'entrano nulla con il gesto atletico che sto facendo in quel momento. La fatica come mezzo per restare soli e sereni con se stessi? Può essere, nel dubbio continuerò a faticare ogni volta che ne avrò voglia.

Il titolo del post si rifà volutamente a quello proposto da Fiore per il giro di sabato scorso, a cui purtroppo non ho potuto partecipare. Interpretatelo come volete, io l'ho utilizzato con l'intento di far capire agli amici che, pur rimanendo fedele alla mia MTB, esiste anche un altro lato dell'andare in bici, diverso ma comunque ricco di soddisfazioni.

Buona strada a tutti.

Traccia GPS.