25 febbraio 2012

Ricaschemodai

Ad esorcizzare le cadute non sempre si ottengono gli effetti desiderati!
Le premesse erano buone:
- il test "bastoncini" del giorno prima, dal Rifugio Camol a Cima Grappa, aveva fatto ben sperare per il pollice fratturato il 28 gennaio.
- gli sci e gli scarponi nuovi e la voglia matta di provarli;
- un'ottima compagnia: Maria, Alessandro e Giulia, poi Giacomo; Eliana e Paolo.
- la giornata ideale, di sole e neve.
Dopo le prime discese relativamente prudenti ho voluto spingere un po' di più per testare la tecnologia "kers" applicata agli sci nuovi, un microchip che raccoglie l'energia dalle sollecitazioni della tavola, per poi rilasciarla in uscita dalla curva:una bomba!
Purtroppo non avevo tarato sufficientemente gli attacchi x simili carichi: in piena velocità mi si son staccati e, mentre gli sci proseguivano da una parte, io volavo letteralmente dall'altra!
Ho battuto con la nuca sul ghiaccio e, disteso bocconi sulla neve, senza aver perso conoscenza mi rendevo conto di non riuscire a muovere braccia e gambe!
Subito attorno a me Ale, Giulia e Gianni,un carabiniere di servizio sulle piste che subito ha capito la gravita'. Barella, ambulanza e via, all'ospedale di Rovereto. Tac, RMN e rx non rilevavano pero' lesioni di rilievo, solo una parestesia agli arti per il trauma accusato dalle cervicali C4 e C6.
Collare, cortisone e riposo (orizzontale) x 20 gg.
Oggi sto molto meglio, ma non dimenticherò mai quella sensazione di paralisi che per alcuni minuti ho provato.
Grazie a tutti quelli che hanno condiviso nel bene e nel male questa mia avventura: da Gianni, il carabiniere di Fondo Piccolo, in credito di un Brûlé; gli infermieri dell'ambulanza, Angelo,Giorgia e Francesco; lo staff del Pronto Soccorso e tutti gli operatori del reparto di Neurologia. Non ultimi Paolo ed Eliana: non solo non abbiamo sciato assieme, ma han dovuto sobbarcarsi il recupero delle attrezzature, mie e di Maria, nonché riportare a casa la combriccola! Grazie.
E per finire grazie a Maria, che ho spaventato tanto, ma che altrettanto ha saputo ben nascondere.
E che dire di Ale e Giulia: vi ho visto e sentito Grandi, non solo quand'ero steso a terra e viguardavo all'insù, ma ogni qual volta Maria vi rinnovava il bollettino medico.
La morale? Accettare i propri limiti, senza cercare di compensarli necessariamente con le tecnologie, e soprattutto accettare i consigli di chi riesce a vedere le cose con occhi diversi dai tuoi.
Spiace solo aver proposto qualche settimana fa ad Ndemodai anche un giro sugli sci: alla prossima stagione!

15 febbraio 2012

Tanti auguri Gianni!!!


Nella speranza di fare quest'anno tanti giri sull'Altopiano, con te a farci da guida, ti facciamo i nostri AUGURI e guarisci presto che si avvicina la bella stagione!!!

Senior

3 febbraio 2012

Sorridere... di fatica!


Mi fa un certo effetto rivedermi in questa foto, me l'ha scattata Cristina all'arrivo della Marcialonga, una bella gara che sono riuscito a portare a temine.
Per chi è pratico di lunghe distanze, ogni gara è una storia a se, c'è l'euforia della partenza e dei primi km che scorrono veloci tra qualche battuta e le gambe che girano sciolte; la metà gara, in cui ci si ascolta per capire qual'è lo stato di forma, e le difficoltà, che puntuali arrivano.
Nei momenti di crisi, c'è l'uso di ripetersi una specie di mantra che in qualche modo dovrebbe aiutare a combattere i pensieri negativi portando la testa verso la gioia del traguardo. Ogni gara è fatta a modo suo, e i "mantra" dei momenti di crisi per me, sono diversi.
La parola che più mi è girata per la testa mentre coprivo gli ultimi km, è stata questa "devo riuscire a domare la mia marcialonga". E' stata una sfida personale, la lotta contro il "serpentone" lungo 70km che cercava di mettermi sotto.
Beh, alla fine l'ho domata.
L'allenamento mi ha dato le gambe e la sicurezza per affrontare la gara, l'esperienza delle varie maratone fatte mi ha dato la benzina per i km finali ma, oltre a questo, una grande energia veniva dal pensiero che al traguardo c'era Cristina che mi aspettava ma anche tanti amici che in qualche modo e da qualche parte mi stavano aspettando.
Gli ultimi 500 metri, li ho fatti sorridendo con le lacrime agli occhi, cercando volti conosciuti tra la folla che ancora applaudiva e per la fatica che dopo 7 ore e 11 minuti finiva.
Non so se si vede, ma sotto il pettorale indossavo il giubbino ndemo dai, e allora parafrasando Fiore: "ndemo dai, anche sugli sci"
Ciao a tutti. Gigi

2 febbraio 2012

Il pollice dello sciatore... sigh sigh!

Meccanismo di lesione. La lesione è il risultato di una apertura forzata del pollice, come avviene appunto nel caso di una caduta sulla mano aperta che tiene il bastoncino da sci,
Trattamento. *Le lesioni più comuni sono rappresentate da una lacerazione parziale del legamento collaterale ulnare. *Nel caso il legamento sia completamente rotto il trattamento deve essere chirurgico e consiste nella riparazione diretta del legamento o nella sua reinserzione a livello della base della 1a falange del pollice. A tale trattamento segue la immobilizzazione del pollice in apparecchio gessato o in tutore ortopedico per almeno 4 settimane. Già dalla 2a settimana si dovranno iniziare gli esercizi di mobilizzazione attiva della falange distale del pollice per evitare che si formino aderenze tra l'apparato estensore ed il legamento riparato. Dopo le 4 settimane di immobilizzazione si consentirà la ripresa graduale dei movimenti di flesso-estensione dell'articolazione metacarpo-falangea. Sarà tuttavia opportuno proteggere il pollice con il tutore ortopedico da movimenti di apertura per altre 2-3 settimane, evitando comunque attività lavorative o sportive che richiedono l'esecuzione di una pinza forzata per almeno 10 o 12 settimane.
Arrivederci a Pasqua!