25 maggio 2012

Ruote fine al giro d'Italia.


Bianco o Nero? Desta o Sinistra? Nord o Sud? 28 o 30? Ruote grasse o Ruote fine? Quanti altri esempi si potrebbero fare, quante cose ci dividono, ma non c'è proprio nulla di leggero che ci possa unire?

Anche quest'anno è arrivato il Giro d'Italia, il numero 95. Quale occasione migliore per aprire la stagione ciclistica in montagna se non quella di andare a vedere un passaggio sulle nostre splendide Dolomiti? Mi verrebbe da dire “Ndemo dai”, in realtà è stato solo un “Vago dai”, una giornata da solo, io e la mia bici con le ruote fine. Non è la prima volta che vado a vedere il passaggio del Giro, ed ogni volta la sensazione che porto a casa è la stessa: finalmente qualcosa che unisce anziché dividere.

Lungo le strade si vedono, palloncini, nastri, striscioni, case, automobili, bandiere, uomini, donne, vecchi, giovani, bambini, tutto rigorosamente in rosa. Gruppi di ragazzi approfittano dell'occasione per organizzare scampagnate sui prati, non mancano mai carne ai ferri, birra e musica, quando passi tu, povero cicloturista o pseudo ciclista, la gente ti saluta, c'è sempre qualcuno pronto ad offrirti una bevuta che, ahimè, sei costretto a rifiutare. 
I ciclisti amatoriali si salutano senza lanciarsi inutili sfide, quelli con le ruote grasse scambiano una parola con quelli con le ruote fine e viceversa (evento alquanto raro), ho visto un camper che esponeva un'enorme bandiera francese e sotto la veranda una famiglia completa con in testa il cappellino rosa, gadget ufficiale del Giro (provate a pensare se nel calcio si potrebbe mai verificare una cosa simile), ho visto una cinquantina di persone che probabilmente non salgono in bicicletta da trent'anni scendere da un pullman e posizionarsi lungo il percorso, solo per godersi il passaggio del Giro, solo per poter partecipare a questa grande festa del ciclismo.

Si pedala, si sale, si scende, si suda in un'atmosfera particolare, si percepisce chiaramente che non è una giornata come le altre, oggi protagonista è la bicicletta e chi ha il coraggio di salirci sopra ed andare, non importa se per passione o per mestiere, piano o forte, l'importante è andare.

Mentre salivo lungo una rampa particolarmente dura(n) mi sono chiesto più volte dove sta la magia di questo sport, cosa ci porta ad inforcare una bicicletta e andare, a volte a passeggio altre alla ricerca dei nostri limiti, la risposta ovviamente non l'ho trovata, continuerò a cercarla pedalando.

E i professionisti? Certo c'erano anche i professionisti, belli, giovani, veloci sulle loro biciclette ipertecnologiche, ma il loro passaggio è un attimo fuggente, il pretesto per tutti quelli che si assiepano lungo il percorso, me compreso,  per partecipare a questo evento unico.

La tappa che sono andato a vedere è stata la numero 17, da Falzes a Cortina d'Ampezzo, tappa descritta come durissima dagli stessi professionisti. Se andate a vedere la classifica finale l'ultimo arrivato è Andrea Guardini, con oltre 41 minuti di distacco dal vincitore. Andate poi a vedere la classifica della tappa successiva, la numero 18, e vedrete che è stata vinta da Andrea Guardini. Ieri ultimo oggi primo... questo ciclismo non smette mai di fornirci spunti di riflessione.



21 maggio 2012

NonSoloBici - La Grande Rogazione

L'omonimo Frigo, del Gazzettino, ha talmente ben scritto in proposito che non mi sento di aggiungere che un GRAZIE a Paolo Dalle Nogare per la pazienza che ha avuto nell'accompagnarmi in questo cammino.


Grazie, Paolo.
Janez

3 maggio 2012

Interpretare i segni

Son alcuni gg che ho nel cassetto questa bozza, ma ho atteso il blog di Stefano, a cui spettava per freschezza di infortunio la pubblicazione di un viaggio tutto Suo.
Ciao, Stefano!
20 gg ci separano, il tuo incidente dal mio! Così simili e così diversi. E' incredibile come le situazioni accomunano e avvicinano la gente! Al Tuo ritorno ero ansioso di "abbracciarti" e per alcune ore ho fatto la spola tra casa tua e la mia.
Come al solito le tue riflessioni danno un contributo notevole al blog: io oggi vorrei sdrammatizzare!
C'è chi sostiene che sia il nostro gruppo .. "ndemo sfigài", altri sospettano qualche malocchio su Via delle Molle!
Ma noi non Molliamo! Con un braccio solo, a piedi, ma sempre presenti.. come alla bella festa del I° maggio.
E le foto della Via della Seta non possono che infondere solo il desiderio di ripartire quanto prima: vero Max?
a presto
Janez