17 ottobre 2011

Lek-lekà




Ci siamo, domenica si corre!
L’avvicinamento (allenamenti/tabella) alla maratona di Venezia di quest’anno è stato un po’ diverso dai soliti, mi sono ritrovato un po’ più solo, disponibilità di tempi diversi e luoghi “lontani” hanno fatto si che solamente in modo saltuario abbia potuto allenarmi assieme ad alcuni amici.
Come spesso succede, anche nella vita, non è stata una scelta; ciò che accade, io lo posso subire o accogliere cercando di trovare il positivo che c’è.
Se da una parte l’allenarmi da solo mi ha richiesto un po’ più di “rigore nella costanza”, soprattutto negli allenamenti matutini (molto matutini, vero Ornella?), dall’altra ho avuto un “tempo per me”, un tempo per…
“Quando corriamo di mattina è per rispettare le tabelle di un allenamento o per iniziare una giornata con il carico di energia e di endorfine che ogni runner conosce bene. Il tardo pomeriggio è un’altra storia. Andare e lasciarsi andare, cercare e ritrovarsi.” Invidio un po’ quegli amici che hanno potuto allenarsi soprattutto al tramonto.
Così, da solo, il mio fedele (se mi ero ricordato di caricarlo) compagno di allenamenti è stato il lettore mp3, ho potuto ascoltare buona musica, o meglio, quella cha a me “mi piace”.
Tra le tante canzoni più o meno conosciute, quella che mi ricorderà la preparazione a questa maratona, ma anche questo ultimo periodo della mia vita è di una di una’artista meno nota, perlomeno che io non conoscevo: “L’equilibrio è un miracolo” di Patrizia Laquidara. ( http://www.youtube.com/watch?v=Z8NX5YUdI1Q ).
Non sono un gran intenditore, anzi, sono un “praticone” e non solo nel campo musicale, tuttavia a me piace la sua voce dolcissima e il testo rispecchia, in parte, il mio stato d’animo attuale. C’è un “equilibrio instabile” nella mia vita tra “correre” e “stare”. A volte risulta più facile fare, lavorare, provvedere alle persone che ci sono state affidate che custodirle, curarle che averne cura.
Intendiamoci, rimane vero il proverbio che dice: “Se la ricchezza non può dar la felicità, figuriamoci la miseria!”. In effetti non ho mai visto nessuno essere sereno con la propria pancia, e magari anche quella dei figli, vuota, tuttavia… E’ che al giorno d’oggi la “fame” è di ultima generazione (abbigliamento di marca, cellulare ultimo modello, mtb biammortizzata :) ) ma questo è un altro discorso.

Ogni tanto, in concomitanza di occasioni particolari, mi diverto a far stampare su maglie e felpe, per me o per degli amici, delle frasi che sintetizzano un’occasione, una relazione, un tempo di vita.
In questa occasione ho fatto stampare la scritta “Lek-lekà”, è una parola ebraica che letteralmente vuol dire “vattene / và per te” ma anche “và verso te stesso”.
Imperativo diretto (informale) del verbo andarsene, rimane molto diverso dal fuggire; è un verbo di movimento che molto spesso si concretizza quando nel quotidiano riesco a “stare al mio posto”.
E’ un ordine, e come tale, sono libero di obbedire o meno, ma non di discutere. La razionalità non centra, ci si fida.
Da quando non sono più bambino, per carattere, per il lavoro che faccio che non mi ci abitua, per educazione ma anche per orgoglio l’obbedire mi da noia. Credo che, come quando ero bambino, se vedessi dietro all’ordine un Comandante che mi vuole bene, che mi sia papà ma anche mamma allora sarebbe più facile.
Ma chi comanda la mia vita?
Faccio un “viaggio” che porta non solo “fuori” ma anche “dentro”, mi metto in cammino per cercare di diventare quello che sono.
Quante volte al suono della sveglia il letto mi ha suggerito cose diverse dal “vattene a fare la tua corsa. Certo, farai fatica, ma dopo sai che starai bene”?
Quante volte il calduccio delle coperte delle mie sicurezze mi ha impedito di correre fuori dai miei pregiudizi, di lasciare il certo che conosco per fare cose nuove o quelle che so fare in modo diverso, di incontrare nuove persone e costruire relazioni nuove con quelle che già conosco?
Vado/esco da me stesso, per un po’, il tempo di una corsa, per guardare quello che mi capita dal di fuori, da una visuale che non mi vede solo ingranaggio, incapace del tutto. E’ un po’ come dal rifugio di montagna per qualche attimo guardo la pianura, dove vivo il resto della vita.
Come mi piacerebbe essere uno che cerca sempre nuove conclusioni.
Molte volte ha vinto il letto :) !!!
Quello di cui però sono contento, e che mi piacerebbe fare sempre, è preparare la sera, prima di andare a letto, le scarpe, la maglia e tutto l’occorrente per “correre” come se dovessi vincere io e non quest’ultimo.

Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicini magari anche solo chiedendomi come stessero andando gli allenamenti. Un ringraziamento particolare a Ornella che mi ha fatto compagnia in bici nei vari lunghi e lunghissimi previsti e per avermi supportato e sopportato…Abramo partì…e Lot andò con lui.

“Per un momento io vivo la vita sognata degli angeli

E mi abbandono all’umana certezza di essere fragili

Volteggio piano nel vuoto d’amore che sento dentro di me

In questo cielo cosi grande”

Questo fino a sabato scorso quando, durante dei lavori domestici, mi si è bloccata la schiena.
Verso fine settimana deciderò se correre o meno…peccato!!!
Ciò che accade, io lo posso subire o accogliere cercando di trovare il positivo che c’è…più facile a dirsi che a farsi :)

11 ottobre 2011

CARTURO HA SEMPRE IL SUO PERCHE'


Giornata freddina ,il sole ha cominciato a scaldare i nostri corpicini solo dopo le 11.30.
Fango,quel che basta , guado in agguato. Un plauso alle donne ndemo dai che non mollano mai.
Alla prossima.
Ciao

Fiore



foto del giro

1 ottobre 2011

Neppure una nuvola!

Quando siamo montati in macchina per tornare a casa, abbiamo detto "Grazie Signore per questa meravigliosa giornata e per questo spettacolo naturale impagabile!".
Per qualcuno era la quinta edizione (fra gare e libere escursioni), per me era la prima volta, e dopo aver appena fatto (solo una settimana fa) la prima parte della ciclabile, sede dell'ex Ferrovia delle Dolomiti, credevo di essere già sazio di tanto splendore, ma la trama, la scenografia, gli attori, il tempo stupendo hanno prodotto questo secondo atto di un'opera mai scritta, ma che evidentemente doveva andare in scena.
C'è poco da aggiungere, non è facile (per me) esprimere in parole il miracolo compiuto da Dio nel generare quest'opera, le Dolomiti, rimane quello che mi è rimasto nel cuore, rosso come la Croda vista oggi, ed il resto lasciamolo alle foto, come dice lo stesso autore (Fiore), delle quali ti ringraziamo.

Senior



OGGI HA FATTO TUTTO LA NATURA E IL TEMPLO SPLENDIDO. E' MEGLIO LASCIAR PARLARE LE FOTO.
CIAO.

FIORE









FOTO GIRO