29 agosto 2014

...e la chiamano estate...

Da Wikipedia: La chiocciola è un animale dal carattere assai cauto e timido in quanto si ritira appena sente il primo segnale di pericolo. Quando vengono anche solo sfiorate le antenne queste si ritraggono istantaneamente (attenti no go dito corna !!!)     Molto nota la sua lentezza nei movimenti (0,03 mph, corrispondenti a 0,048 km/h) 
Eh già! a volte mi sento proprio una lumachina;  una lumachina che però pian pianino, con molta calma - non senza preoccupazioni e pericoli – è capace di percorrere chilometri e chilometri sfiorando con le due ruote paesi, città, lagune, mari, fiumi, montagne e laghi.  Che dire di questa estate insolitamente piovosa se non che in tanti km,  di acqua non ne abbiamo presa nemmeno una goccia? Nei tre itinerari fatti durante l’estate, con i nostri fedeli borsoni pieni di tutto ciò che serve e anche di ciò di cui non si riesce a fare a meno, ho imparato (parole non mie) che è utile e saggio guardare le previsioni meteo ma lo è ancor più guardare il cielo prima di partire.
Nel giro di 3 giorni fatto da Padova ad Albarella,  Delta del Po e ritorno ogni mattina prima di partire promettevano pioggia.  E guardando di tanto in tanto il meteo su internet sembrava che in quel preciso momento sopra le nostre teste dovesse esserci il diluvio; ogni volta, spalmandoci a vicenda la crema solare, alzavamo gli occhi al cielo e ci chiedevamo  dove fossero i nuvoloni e soprattutto la pioggia.
Bellissimo il giro fatto in compagnia di Dario e Luisa da Padova a Chioggia con spostamenti in traghetto per raggiungere Pellestrina, il Lido e di nuovo la terraferma seguendo prima il Sile e poi il Muson,  lascio a Luisa se ne avrà voglia, scrivere qualcosa su questa nuova esperienza.
E infine, dulcis in fundo, l’ultimo giro: partiti da Padova diretti ad Asolo per la via degli Ezzelini con l’intento di fermarci a dormire più o meno a Bassano, ci portiamo invece avanti anche nella salita e troviamo riposo a Valrovina. Dal giorno seguente vai coi dislivelli.  Beh!  Diciamo che più che una lumachina mi sono sentita spesso una Ornellachina sulla ruota davanti; ma pedalata dopo pedalata, tra una salita e una discesa e una nuova risalita eccoci ad Asiago e a Camporovere.  A  Mezzaselva la nostra amica  Emanuela ci offre un buon caffè e torniamo a Camporovere dove il parroco ci accoglie nel patronato. Ci accompagnano la mattina seguente nuvoloni neri e cupi, le persone che incontriamo ci guardano un tantino perplesse, sembrano dire “ma che ci vanno a fare questi coi borsoni su al Ghertele”  anche perché, dicono, oggi è acqua sicura. Ma anche questa volta una manina sembra tenere lontana la pioggia e facciamo tutta la salita che porta al Ghertele e poi al Vezzena ben vestiti ma asciutti. Una discesa panoramica tra strapiombi e gallerie ci regala la vista meravigliosa dei laghi di Levico e Caldonazzo abbracciati dal sole, che raggiungiamo in brevissimo tempo: sosta al lago e poi via verso la ciclabile della Valsugana. Dopo una notte di meritato riposo a Valstagna riprendiamo la strada che ci porta a casa.

Partendo da casa, si lasciano mille pensieri e preoccupazioni. Non si è mai pienamente convinti e a ben guardare ci sarebbero cento motivi e altrettante paure per non partire.  Anche durante la strada a volte vien voglia di tornare sui propri passi, di tornare indietro, di appendere la bici in garage per non riprenderla più in mano.  Piano piano la nebbia della fatica si dirada e solo allora riaffiorano i ricordi, sembra tornare a galla anche ciò che ti sembrava di non poter ricordare perché passato troppo velocemente attraverso, i tuoi occhi, le tue orecchie,  i tuoi sensi. È bello ripensare ora, con calma,  a quanto vissuto, a quanto visto, alla fatica, a chi hai incontrato, a chi ha corso con te.

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