14 giugno 2013


El giro del Santo, tra carboidrati e proteine.
Alcuni di noi hanno avuto la fortuna di potersi liberare mezza giornata il giorno del Santo, e così, divisi in due gruppi, asfaltatori e terraioli, abbiamo fatto un bel giretto sui nostri colli.
L’altra sera, con alcuni amici del gruppo e altri, podisti di Montà, ho partecipato ad una serata sul tema dell’alimentazione in generale, e, in particolare, per uno sportivo. Una serata molto interessante, non la solita conferenza, a misura di un testone quale io sono. Si è parlato di delicati equilibri tra carboidrati al mattino e proteine alla sera, di diete a zona, dissociata, mediterranea, paleolitica……………….alla fine ci è stata suggerita “ea diete de me nono”, ossia rispetto quotidiano tra ritmi di luce e buio, giorno e notte, mangiare tanto al mattino e poi , nell’arco della giornata, via via sempre meno, molta verdura, frutta e “sementi” varie.
Se ce ne sarà un’altra, come si è detto e io spero, invito tutti a partecipare.
Le cose che più mi sono rimaste è che l’uomo era (è) sostanzialmente un “raccoglitore” di semi, erbe, frutta  e che per questo il suo fisico si è evoluto per essere adatto a camminare senza problemi per 40 km al giorno.
Prima che cacciatore vivo di quello che raccolgo finché cammino, cose apparentemente semplici come i semi ma sostanziose, che non appesantiscono ma che “alimentano”. Ho sempre preferito il verbo nutrire al più abusato alimentare (el xa massa da casoin) tuttavia devo dire che l’altra sera mi sono ricreduto. Al mattino quando mi alzo e so che mi aspetta una giornata di cammino non posso nutrirmi di qualsiasi cosa ma di cibo che “alimenti”, che si trasformi attraverso la “digestione” in carburante prezioso.
Quando facevo parte di un gruppo competitivo, ma a volte mi succede anche ora soprattutto nella corsa a piedi, si andava a fare delle gare in bellissimi posti, montagne, laghetti, in bellissime giornate, ma mi ritrovavo alla fine solo con il mio fiatone e con la mia stanchezza senza quasi sapere dov’ero e tanto meno senza avermi gustato chi e cosa c’era intorno a me.
Se penso che la vita sia solo camminare (o correre) senza fermarmi a raccogliere prima o poi rimango senza carburante. So che nella mia giornata, nella mia vita, se non sono in grado di selezionare cosa e come raccogliere domani avrò meno alimento per continuare a camminare.
Se penso di poter raccogliere senza camminare mi illudo, non scopro il mio alimento senza un cammino. Se raccolgo ma non trovo il tempo di nutrirmi tutto preso nella foga del “metere da canto” la mia vita è solo “fatica”.  
Anche qui, come per carboidrati e proteine, si tratta di un delicato equilibrio che, in me, vedo sempre da imparare, ci sono delle regole ma “ea dieta de me nono” mi suggerisce di seguire anche molto il buon senso.
Eviva el late J !!!


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