El giro del Santo, tra carboidrati e proteine.
Alcuni di noi hanno avuto la fortuna di potersi liberare
mezza giornata il giorno del Santo, e così, divisi in due gruppi, asfaltatori e
terraioli, abbiamo fatto un bel giretto sui nostri colli.
L’altra sera, con alcuni amici del gruppo e altri, podisti di Montà, ho partecipato ad una serata sul tema dell’alimentazione in
generale, e, in particolare, per uno sportivo. Una serata molto interessante,
non la solita conferenza, a misura di un testone quale io sono. Si è parlato di
delicati equilibri tra carboidrati al mattino e proteine alla sera, di diete a
zona, dissociata, mediterranea, paleolitica……………….alla fine ci è stata suggerita “ea diete de me nono”, ossia rispetto
quotidiano tra ritmi di luce e buio, giorno e notte, mangiare tanto al mattino
e poi , nell’arco della giornata, via via sempre meno, molta verdura, frutta e
“sementi” varie.
Se ce ne sarà un’altra, come si è detto e io spero, invito
tutti a partecipare.
Le cose che più mi sono rimaste è che l’uomo era (è)
sostanzialmente un “raccoglitore” di semi, erbe, frutta e che per questo il suo fisico si è evoluto
per essere adatto a camminare senza problemi per 40 km al giorno.
Prima che cacciatore vivo di quello che raccolgo finché
cammino, cose apparentemente semplici come i semi ma sostanziose, che non
appesantiscono ma che “alimentano”. Ho sempre preferito il verbo nutrire al più
abusato alimentare (el xa massa da casoin) tuttavia devo dire che l’altra sera
mi sono ricreduto. Al mattino quando mi alzo e so che mi aspetta una giornata
di cammino non posso nutrirmi di qualsiasi cosa ma di cibo che “alimenti”, che
si trasformi attraverso la “digestione” in carburante prezioso.
Quando facevo parte di un gruppo competitivo, ma a volte mi
succede anche ora soprattutto nella corsa a piedi, si andava a fare delle gare
in bellissimi posti, montagne, laghetti, in bellissime giornate, ma mi
ritrovavo alla fine solo con il mio fiatone e con la mia stanchezza senza quasi
sapere dov’ero e tanto meno senza avermi gustato chi e cosa c’era intorno a me.
Se penso che la vita sia solo camminare (o correre) senza fermarmi
a raccogliere prima o poi rimango senza carburante. So che nella mia giornata,
nella mia vita, se non sono in grado di selezionare cosa e come raccogliere
domani avrò meno alimento per continuare a camminare.
Se penso di poter raccogliere senza camminare mi illudo, non
scopro il mio alimento senza un cammino. Se raccolgo ma non trovo il tempo di
nutrirmi tutto preso nella foga del “metere da canto” la mia vita è solo
“fatica”.
Anche qui, come per carboidrati e proteine, si tratta di un
delicato equilibrio che, in me, vedo sempre da imparare, ci sono delle regole
ma “ea dieta de me nono” mi suggerisce di seguire anche molto il buon senso.
Eviva el late J !!!
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