30 aprile 2012

Le tasche piene di sassi

Il professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi, di circa 3 cm di diametro.
Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di sì.
Allora il professore tirò fuori una scatola piena di piselli… li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi.
Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di sì.
Allora il professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vasetto.
Ovviamente la sabbia riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e coprì tutto.
Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno.
Allora il professore tirò fuori, da sotto la scrivania, 2 lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia. Gli studenti risero.
"Ora" - disse il professore non appena svanirono le risate - "voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita.
I sassi sono le cose importanti: la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, i vostri figli, le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena.
I piselli sono le altre cose per voi importanti: il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto.
La sabbia è tutto il resto... le piccole cose".
"Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia” - continuò il professore - non ci sarebbe spazio per i piselli e per i sassi.
Lo stesso vale per la vostra vita. Se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti.
Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici.
Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l'auto.
Prendetevi cura dei sassi per prima, le cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità... il resto è solo sabbia".
Una studentessa allora alzò la mano e chiese al professore cosa rappresentasse la birra.
Il
professore sorrise: "Sono contento che me l'abbia chiesto.
Era giusto per dimostrarvi che non importa quanto piena possa essere la vostra vita, perché c'è sempre spazio per un paio di birre!".
Lo so Fiore, di questi di sassi ne è pieno il mondo :) , però questi sono quelli che ci ricorderanno questo giro.
Un giro piacevolmente “ventoso” che in cinque giorni ci ha fatto vedere e sentire le quattro stagioni, i monti e il mare e, un finale col botto.
Io adoro la marmellata, soprattutto quella d fragole, ringrazio il buon Dio che ha fatto si che il mio vaso non si rompesse e spero che questo mi aiuti ad aver più cura dei sassi che ci sono dentro e magari ad aggiungerne altri.

PS Sono sassolini di marmo di Carrara, mica ca…Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga,
      che ne' monti di Luni, dove ronca lo Carrarese che di sotto alberga, ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca
      per sua dimora; onde a guardar le stelle e 'l mar no li era la veduta tronca”.


21 aprile 2012

C'è un tempo per ogni cosa




























"Tutti i fiumi vanno al mare, eppure il mare non è mai pieno:
raggiunta la loro mèta, i fiumi riprendono la loro marcia.
Non si sazia l'occhio di guardare ne mai l'orecchio è sazio di udire." Qoelet

...ghe xe anca un tempo pà ciapare tanta acqua, tanto no xemo fati de sae :)

Ciao.

PS Perchè mi e Fiore ghemo e gambe messe xo a stessa position?

20 aprile 2012

Una stagione un po'... così-così!

Carissimi amici delle due ruote, è un po' che non ci si vede o ci si sente.

Vi scrivo nelle vesti di... di chi volete voi, giusto per rinverdire lo spirito che in questi anni ci ha contraddistinto e per proporvi alcuni date.

Siamo all'antivigilia di un appuntamento che vede Stefano, Fiore, Roberto, Max e me sulla via della seta.
Domenica partiamo da casa per raggiungere nell'ordine Ferrara, Bologna, Marzabotto, la Porretta, Pistoia, Lucca, Pisa, Livorno, Volterra e Siena. Rientro venerdì 27 aprile.

Lunedì 30 aprile viene proposto (ambosessi) Padova-Castelfranco-Padova partenza ore 9 in patro.

Martedì 1° maggio Festa dello Sport
Il gruppo "NdemoDai!" come da tradizione, propone anche quest'anno un giro in bicicletta aperto a tutti.
Il giro si articolerà in due percorsi, uno più breve di circa 20km e l'altro di 30km.
Km 20 fino al Castello dei da Peraga e ritorno
km 30 fino alla Villa di Stra e ritorno.
Ritrovo alle ore 8:45 con partenza ore 9:00 e per chi desidera pranzo finale a Cristo Risorto.

Senior

4 aprile 2012

Prendere e lasciare



Giro breve ma intenso :)
Mi accorgo, vorrei farlo sempre più, che ogni corsa in bici, ma anche a piedi, riserva sempre nuove cose, nuove emozioni, se riesco a “guardare” e non solo vedere ciò e chi mi sta attorno; è come se aggiungessi un mattone alla costruzione che non finirò mai che è la mia vita.
Nelle mie corse molte volte mi limito a vedere fisicamente con gli occhi ciò che è esterno a me e tale rimane, altre, poche, osservo attentamente, noto e sperimento, infine, quasi mai comprendo, riconosco, faccio esperienza di qualcosa.
Ogni lingua, anche il nostro bel dialetto, ha diversi modi per indicare diverse esperienze e nella traduzione si perde sempre qualcosa del pensiero originale che si vuole comunicare.
Anche in greco è così.
Anche domenica prossima ci sono due amici che corrono, quello che arriva per primo non entra ma vede (blepo = vedere fisicamente) le bende per terra. Subito dopo arriva anche il secondo, e vede (theoreo = osserva attentamente) le bende. Infine colui che è amato entra e vede (orao = comprende, riconosce) e quindi crede.
Nelle esperienze, nelle cose e nelle relazioni che la vita mi chiama ad abitare sento che sto bene solo se amo e se mi lascio amare, il resto è “compitino”.
Tra un “venite e vedete” iniziale e il “vide e credette” finale c’è di mezzo una storia fatta di amici che corrono e che, in fondo, amano e si lasciano amare perché è proprio vero quello che diceva quell’altro: “Chi ama corre”.
Auguro a tutti voi, ma a me per primo, di avere passione e gioia in tutte le cose che faccio, piccole e grandi, credo sia l’unico modo per viverle e non subirle e, in qualche modo, anche un po’ per divertirsi (di-vertere = prendere un’altra direzione).


Buone corse. Buona Pasqua. LE FOTO

1 aprile 2012

me xe scampa' ancora

Sara' ea primavera, sara' ea bicicletta, ma me xe scampa' ancora de poesiare...scuseme..
Volli fermamente volli..questa breve storiella sui nostri colli.

Mi piacerebbe mescolare ,pian piano, i nomi dei posti che insieme scaliamo,
e quindi comincio il mio versetto dalla salita del Groppetto.

Torreglia Mondonego Piccolo Marte, ndemo ragassi dai che se parte
Valbona Lanzetta Passo del vento, tutti in colonna a ritmo un po' lento.
Catajo Turri e Mottolone, si scalda la gamba di tutto il plotone.
Fianco del Venda e su al Roverello ,correre insieme e' sempre piu' bello.
Val Pomaro Cecilia e infine Arqua' ,fermemose insima e tiremo un po' el fia'.
Baone Monte Cinto e Monte Fasolo , ea xe na saita da fare da solo.
Regazzoni Torreglia Piccolo Marte, tosi ste tenti me sa' che queo parte!
Venda Rua e Galzignano, rientra nel gruppo l'uomo, pian piano.
Via Sale via Fonda Muro del pianto, tornemo casa gavem corso tanto.
Teolo Madonna e xo dal Groppetto, xe vedemo sabo pa naltro giretto.
Ciao a tutti.

Giullare

18 marzo 2012

E' (quasi) PRIMAVERA, LA STAGIONE DEI ...PACCHI!!





...tre, come i tre moschettieri della giornata di ieri. 
Il primo lo ha "tirato" il meteo...previsioni ottimali, clima fantastico per una grande impresa...seee, una nebbia da 2 novembre, un freddo dicembrino, salvo poi "ripensarci".
Il secondo è un "non pacco", ovvero un pacco al quadrato, in quanto colui che in quest'arte è un maestro questa volta ha trovato la scusa giusta per "tirarlo senza tirarlo", lasciandoci a becco asciutto nella nostra personalissima hit list!!
Il terzo lo abbiamo confezionato noi, impostando la pedalata secondo i giusti parametri "per far fondo"...chilometraggi, pendenze, percorso..tutto il necessario per far felice chi...non c'era! che peccato!!(forse si o forse no?)
Insomma "il clima" è dei migliori, quello bello frizzantino e stimolante, che fa correre qualche brivido su per le schiene curve nella fatica, aggiungendo pepe al semplice piacere di trovarsi in compagnia; dai (sarebbe 'Ndemo Dai!) tosi, fuori dai giacigli - che sembrate un po dei ghiri - e troviamoci numerosi alla prossima occasione!!

15 marzo 2012

SCUSA ROMA VADO DI CORSA




Faccio mio un titolo di un bel libro (Scusa New York vado di corsa) che un amico mi ha regalato qualche mese fa.
E’ si, ci siamo, domenica prossima, in qualche modo, proverò a correre la maratona di Roma.
In qualche modo perché anche questa volta, nella preparazione, non è andato tutto come speravo, un infortunio mi ha fermato per 20 giorni e così non sono riuscito a fare i “necessari lunghissimi”. Tant’è, cosi va la vita.
Ogni maratona ha un suo ricordo specifico e, per questo, è in se originale, tuttavia ci sono alcuni punti/momenti che , almeno per me, ritrovo in ognuna:
- Anche il giorno della maratona, quando suona la sveglia, solitamente presto, nell’incoscienza dei primi secondi la tentazione è quella di spegnerla e girarmi dall’altra parte. Sto bene al calduccio e al sicuro, e sempre faticoso “uscire”. Poi, quando prendo coscienza, mi alzo. E’ il giorno della “gara”!!!
- Iniziano i preparativi, stretching, colazione abbondante ma leggera, intruppamento disordinato ai blocchi di partenza…pronti…VIA!!!
- La prima parte della corsa è molto delicata, la passo cercando di “tagliare il fiato”, alla ricerca del mio un ritmo, del mio passo…sono appena partito ma faccio già molta fatica e comincio a farmi un sacco di domande. La gente mi incoraggia gridando, ma io non sto andando in guerra, ho scelto io di correre. Perché non mi dice divertiti o beato te che hai voluto e potuto preparare una maratona?
- Poi questo momento passa e c’è quello che io definisco “non ce n’è per nessuno”.
E’ il momento più facile (il più bello?), in cui non faccio nessuna fatica e le gambe sembrano andare da sole. Mi godo qualche chiacchiera con chi mi corre accanto e a volte mi sento così in forma da forzare l’andatura per prendere quello che sta 10mt avanti anche se so benissimo che uno davanti, c’è sempre!
- Dopo metà gara nascono i primi dubbi. Non sono poi così forte. Cominciano i primi segni della stanchezza e della fatica. Ginocchio, anca, piedi, ogni dolorino compare puntualmente al chilometraggio che ormai conosco bene. Non ci bado, e come vengono così se ne vanno. Gli infortuni che ho avuto nella preparazione e negli anni cominciano a far sentire la loro presenza e questi non se ne vanno facilmente, li posso solo “addomesticare” tentando di farmeli amici.
- Il muro. Spero sempre non arrivi, povero illuso. E’ in questo momento che faccio la vera esperienza della solitudine, e, solo, devo affrontare questo “tempo” anche in mezzo a migliaia di persone. Non ho più voglia di niente, penso di aver sbagliato qualcosa nella preparazione, anzi, penso di aver sbagliato a voler correre ancora una maratona e mi dico: questa è l’ultima volta, illuso!!! Cominciano i crampi, cavoli, ho sbagliato anche l’alimentazione pre e durante gara…non ne ho fatto una di giusta
- Ultimo chilometro. Ormai arrivo, magari in ginocchio ma arrivo. Abbozzo saluti a chi, a bordo strada, ancora mi incoraggia come a inizio gara, forse poi non avevano così torto. Comincio a cercare volti conosciuti, alcuni sono amici, altri persone speciali, compagni di cammino nella vita.
- Arrivo. Mi fermo e in un misto fra la risata isterica e un pianto liberatorio mi scarico. Ogni singolo muscolo del mio corpo mi si rivolta contro, man mano che si raffreddano sembrano volermela fare pagare e mi pare di diventare sempre più rigido, come una statua tuttavia…
- La maratona però, almeno per me che non corro per vincere (no ghe xe pericoeo), non finisce con l’arrivo. Non è solo una corsa, è una esperienza, e finisce solo quando “torno a casa”, alla vita vera.

Molti di questi stati d’animo mi pare di ritrovarli anche nella vita. Fatica a tagliare il fiato, trovare il mio ritmo, momenti di gioia e solitudine, vecchie cicatrici che a volte ancora fanno male…possono durare alcuni giorni o alcuni mesi, in qualche giornata, di quelle giuste, mi pare di provarli tutti assieme.
Correre a lungo, per tanto tempo, correre le maratone, mi aiuta a riconoscerli, a dargli un nome e quello che chiamo per nome mi fa meno paura.

La maratona, come la vita, che si presenta come uno sport individuale è, in realtà, soprattutto un gioco di squadra. Grazie a tutti agli amici che mi hanno incoraggiato, a quelli che hanno corso con me in questi mesi e un grazie in modo particolare a Ornella.

State tranquilli, di sicuro non vincerò, ma dicono che imparando a perdere si diventa grandi. Io domenica prossima diventerò grandissimo :)

3 marzo 2012

SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL....


Oggi ,per me, prima uscita seria del 2012. Con i fidi amici ,Andrea Cesaro e Senior ci siamo trovati a Monselice per un giro un po alternativo. Calaone, Arqua', Monte Cecilia Monticelli ecc. Ottimo per testare le condizioni fisiche di gambe ,fiato e cuore. Se il buon giorno si vede dal mattino ci sono le premesse per una stagione ottima. Dai ..anzi ndemo dai tosi.

25 febbraio 2012

Ricaschemodai

Ad esorcizzare le cadute non sempre si ottengono gli effetti desiderati!
Le premesse erano buone:
- il test "bastoncini" del giorno prima, dal Rifugio Camol a Cima Grappa, aveva fatto ben sperare per il pollice fratturato il 28 gennaio.
- gli sci e gli scarponi nuovi e la voglia matta di provarli;
- un'ottima compagnia: Maria, Alessandro e Giulia, poi Giacomo; Eliana e Paolo.
- la giornata ideale, di sole e neve.
Dopo le prime discese relativamente prudenti ho voluto spingere un po' di più per testare la tecnologia "kers" applicata agli sci nuovi, un microchip che raccoglie l'energia dalle sollecitazioni della tavola, per poi rilasciarla in uscita dalla curva:una bomba!
Purtroppo non avevo tarato sufficientemente gli attacchi x simili carichi: in piena velocità mi si son staccati e, mentre gli sci proseguivano da una parte, io volavo letteralmente dall'altra!
Ho battuto con la nuca sul ghiaccio e, disteso bocconi sulla neve, senza aver perso conoscenza mi rendevo conto di non riuscire a muovere braccia e gambe!
Subito attorno a me Ale, Giulia e Gianni,un carabiniere di servizio sulle piste che subito ha capito la gravita'. Barella, ambulanza e via, all'ospedale di Rovereto. Tac, RMN e rx non rilevavano pero' lesioni di rilievo, solo una parestesia agli arti per il trauma accusato dalle cervicali C4 e C6.
Collare, cortisone e riposo (orizzontale) x 20 gg.
Oggi sto molto meglio, ma non dimenticherò mai quella sensazione di paralisi che per alcuni minuti ho provato.
Grazie a tutti quelli che hanno condiviso nel bene e nel male questa mia avventura: da Gianni, il carabiniere di Fondo Piccolo, in credito di un Brûlé; gli infermieri dell'ambulanza, Angelo,Giorgia e Francesco; lo staff del Pronto Soccorso e tutti gli operatori del reparto di Neurologia. Non ultimi Paolo ed Eliana: non solo non abbiamo sciato assieme, ma han dovuto sobbarcarsi il recupero delle attrezzature, mie e di Maria, nonché riportare a casa la combriccola! Grazie.
E per finire grazie a Maria, che ho spaventato tanto, ma che altrettanto ha saputo ben nascondere.
E che dire di Ale e Giulia: vi ho visto e sentito Grandi, non solo quand'ero steso a terra e viguardavo all'insù, ma ogni qual volta Maria vi rinnovava il bollettino medico.
La morale? Accettare i propri limiti, senza cercare di compensarli necessariamente con le tecnologie, e soprattutto accettare i consigli di chi riesce a vedere le cose con occhi diversi dai tuoi.
Spiace solo aver proposto qualche settimana fa ad Ndemodai anche un giro sugli sci: alla prossima stagione!

15 febbraio 2012

Tanti auguri Gianni!!!


Nella speranza di fare quest'anno tanti giri sull'Altopiano, con te a farci da guida, ti facciamo i nostri AUGURI e guarisci presto che si avvicina la bella stagione!!!

Senior