Che fadiga
Ieri sono
andato a rinnovare il certificato medico, tutto bene. Il dottore compilando a
testa bassa delle carte mi dice: buona prova da sforzo, io, convinto di non
essere visto, abbozzo un sorriso di autocompiacimento, lui si ferma, alza la
testa, mi guarda sorride a sua volta, riabbassa la testa e continuando a scrivere
sussurra: non ho detto che è una buona notizia. Come? Replico io. E lui: ad una
certa età non è bene correre costantemente
al massimo dello sforzo o addirittura ad uno “sforzo eccessivo”.
Qual’è per
me la soglia dello “sforzo eccessivo”?
Non sempre “l’oltre”
è bene.
Non sempre
delle buone prove producono buone notizie.
Sabato
scorso ho ripreso in mano la bici, che fadiga tosi!!!
Da ottobre,
a parte un giretto in mezzo alla nebbia e al ghiaccio fatto con il buon Bajo,
non avevo più corso in bici. La maratona di Firenze prima, il brutto tempo poi,
e anca un fiatin de poca voia le cause.
Sabato è
stata una giornata bellissima, bel sole, buona compagnia e la conferma che la
bici, ma non solo lei, non lascia molto spazio all’improvvisazione. Non importa
pensare di essere allenati perché hai fatto quel tipo di giro molte altre
volte, ne che hai fiato e gambe perché sei allenato in altri sport di
resistenza, la relazione con la bici è altra cosa, un equilibrio di tecnica,
forza e armonia, che come molte cose nella vita devi allenare con costanza.
Cosi sabato
mi sono trovato a provare la fatica che va “oltre” quella normale dei sport di
resistenza, quella che da un momento all’altro non ti da più la possibilità di
proseguire. E’ ovviamente molto soggettiva e legata ad un equilibrio fisico e
mentale. Per fortuna, grazie anche a Davide che mi ha “coperto” la ritirata,
sono riuscito ad arrivare a casa senza gravi danni.
La filosofia
del “no pain no gain” non mi appartiene completamente anche se devo dire che le
cose e le relazioni più belle della mia vita sono state prima pensate, poi
desiderate, infine preparate e curate con cura e attenzione.
Nelle poche
gare che ho fatto non mi è mai successo di andare meglio che negli allenamenti.
Può essere che come a Firenze una serie di concomitanze, tutte positive,
contribuiscano a una prova particolarmente brillante(par mi naturalmente), ma
se poi riguardo al mio foglio excel riportante la tabella di preparazione vedo
molti allenamenti, lunghi, lunghissimi, ripetute corte, medie e lunghe, insomma
la “corsa” a piedi, in bici e quella di ogni giorno è bene che la desideri il
giorno prima. Credo infatti che desiderare sia uno dei verbi che precedono e
preparano la prova, l’incontro.