17 giugno 2011

LE PASSIONI MODIFICANO LA VITA



Domenica scorsa, nonostante le previsioni meteo fossero negative (poi ampiamente confermate), anche se potevo dormire un po’ di più, mi sono alzato prestino e ho raggiunto alcuni amici che mi aspettavano a San Martino di Castrozza per un giro in bici. Il tempo inclemente non ci ha impedito di divertirci anche se il giro, gioco forza, è stato cortino.
Alcuni anni fa quando giocavo a calcetto, in realtà ero più un “praticone” (d’altronde è così :) ) che un giocatore, ogni giovedì sera, cascasse il mondo, andavo a “sacramentare” questa passione assieme a degli amici concludendo la serata con pizza e birra.
Io credo che le passioni, se non cambiano, almeno modificano le abitudini di vita…e non è poco.
Quando ero bambino gli adulti, soprattutto parenti e conoscenti dei miei genitori, mi chiedevano cosa mi sarebbe piaciuto fare da grande, i più “studiati” usavano la variante del “diventare”. A questa domanda, a me pare stupidina, ricordo il disagio. La risposta era più un tentativo di soddisfare i desideri e le aspettative riposte su di me da mamma e papà che un rispondere secondo i miei sogni e le mie passioni di allora. Oggi, per fortuna, si usa molto meno fare questa domanda, non credo perché noi, adulti, siamo più intelligenti di chi ci ha preceduto. Con qualche test vediamo subito l’inclinazione dei nostri figli, chissà perché tra queste non vengono mai fuori risultati tipo, un onesto metalmeccanico, un bravo muratore, un buon sacerdote?
Nella mia vita ci sono state passioni che mi hanno accompagnate per molti anni, altre per alcun giorni, in questo ultimo periodo sembra esserci, tra le altre, quella della corsa, in bici e a piedi, prima o poi, per scelta o per raggiunti limiti d’età, finiranno anche queste…basta aver pazienza.
Per me è bello pensare che le passioni nascano da voglie e desideri.
Quelle che derivano dalle voglie non mi è quasi mai difficile concretizzarle, sono quasi sempre, e tutte, in discesa, assomigliano a quei gelati, gradevoli alla vista e al palato, che mangio un po’ per rinfrescarmi e dissetarmi, tutavia dopo un po’ la sete ritorna più forte di prima, saziano ma non mi nutrono, riempiono la pancia ma il mio corpo non riesce a trasformarli in energia per poter continuare il cammino.
Le passioni, non solo quelle sportive, che nascono dal desiderio di incontrare cose e stabilire relazioni non “ufficiali”, che, nella loro semplicità, mi permettono di farmi sentire contemporaneamente originale e vero, che portano pace al cuore, sono sempre frutto di fatica, di inizi incerti, fermate e difficili ripartenze, quelle in cui a volte mi sembra di fare dieci passi avanti e undici indietro, in cui mi chiedo, in momenti di sconforto, ma perché mi ritrovo a fare “sta roba qua”? A vivere questa relazione?
Correre da solo o con degli amici pare darmi fisicamente e in sintesi quello che il mio cuore prova nel cammino della vita. Fatica, bisogno di essere aiutato e aiutare, pazienza, leggerezza, sofferenza, soddisfazione per la strada fatta, rammarico,…c’è tutto.
Domani parto con degli amici per vivere un’esperienza di pellegrino (per ager) in bicicletta, in completa autonomia, niente di eroico comunque.
Alcuni mi chiedono che senso abbia liberarsi dai propri impegni per fare ancora fatica. A questa domanda non so ben rispondere ma, mettere nei borsoni solo quello che serve veramente mi insegna a quante cose superflue non so rinunciare nel mio quotidiano, come ho detto altre volte, sento che vivere, ogni tanto, qualche giorno, nell’essenzialità delle cose “conoscere” il freddo e il caldo, la sete, la stanchezza; vivere le giornate scandendole con la luce del giorno e il buio della notte; attraversare i luoghi ascoltando i suoni, annusando gli odori e ammirando i colori che li rendono unici, mi riconcilia con i miei limiti, mi riconferma creatura e non creatore e questo mi rasserena perché, anche se so di non essere eterno, molte volte vivo come se lo fossi, come se l’esito positivo delle piccole cose di ogni giorno dipendesse esclusivamente da me…non è così!
Altri, dicendomi che sono fortunato aggiungono che bisogna anche aver tempo …(da perdere)…per fare queste esperienze. Condivido con voi un paio di righe di un libricino che sto leggendo: “perdere tempo non è per niente grave. La vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio di tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro”.
Tutte le passioni passano, rimane solo il centro. Qual è il mio? Sto cercando, a volte credo di sapere Chi possa essere ma poi non riesco a centrargli attorno la mia vita.
Ora che la strada alle spalle è già più lunga di quella che ho davanti mi piace che la mi bocca domandi al mio cuore: Stefano che cosa farai da grande?


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