Alcuni mesi
fa Francesco è riuscito a convincere Ornella ad “adottare” un gatto che per il
suo manto bianco abbiamo deciso di chiamare spumiglia, devo dire che ci sta dando molte lezioni di vita
J…ma
non è di questo che volevo scrivere.
.
“Firenze la più dannata città italiana
dove non c’è posto per sedersi, stare in piedi o camminare” (Ezra Pound)… quindi
tanto vale correre!!!.
E così, dopo
Padova, Venezia, Roma, Reggio Emilia, siamo arrivati alla vigilia di un’altra
maratona, quella di Firenze. Non sono più un neofita delle maratone e nemmeno
un ve…terano, un po’ come nella vita,
non più giovane e non ancora ve…terano, comincio a fare tesoro dei miei errori
ma ho ancora molto da sbagliare.
La
preparazione a questa maratona è stata volutamente più soft e si sente, ci
arrivo molto più riposato che nelle precedenti, mi preoccupa solo un dolorino
all’anca che mi è rimasto dall’ultimo lunghissimo. Non so poi se questo sia
positivo, può darsi che questo sentirmi riposato si traduca in un non
abbastanza allenato J
vedremo.
La settimana
scorsa, assieme ad alcuni “alti” esponenti del gruppo ‘Ndemo dai ho partecipato
ad un seminario dal titolo “Fisiologia
muscolare e alimentazione negli sport di endurance” presentato dal dott. Sponsiello con la partecipazione
di Valeria Straneo.
Come spesso
succede in queste e simili occasioni, è tutto molto interessante…poi nella vita
si fa quello che si può J
Di tutti i
lucidi e le belle parole sentite vi
riporto quella che più mi è piaciuta: “la specie umana è stata pensata/si è
evoluta per camminare e per correre PIANO” e il PIANO era proprio scritto in stampatello
e grande. Il dott. Sponsiello ha argomentato questo “teorema” adducendo molte
nozioni fisiologiche/biologiche del corpo umano e ha incaricato me di dare una
dimostrazione empirica…domenica sarà fatto!!!
Come ho già
detto altre volte la maratona è solo una scusa, la motivazione per alzarsi
presto al mattino per quattro mesi, per correre da solo o assieme a degli
amici.
Ogni tanto,
per la verità abbastanza spesso in questa ultima preparazione, soprattutto al
mattino presto quando fuori è ancora buio e silenzio, indossando le mi scarpe
da corsa mi sono chiesto per chi sto correndo o per che cosa?
Non sempre ho
saputo dare una risposta, credo comunque, almeno per me, che non ci sia una
risposta unica ma un “conglomerato” di emozioni.
Di sicuro mi
piace correre, sapere che si farà fatica ma che è necessaria per un qualsiasi
tipo di cammino mi aiuta a iniziare bene le mie giornate. Correre in bici ma soprattutto
a piedi si addice molto al mio modo ascaro di intendere la vita, anche se corro
assieme ad altri posso isolarmi per pensare a cose importanti o al nulla, “tirare”
fino a sentire il cuore in gola nelle “ripetute” e rilassarmi nei “lenti”,
cercare un po’ di aria fresca e di libertà stando nelle strade che conosco bene
e nelle quali sono stato chiamato ad “abitare” Correre mi ricorda i miei limiti
e che non tutto dipende dalla mia volontà, io non sono un campione, non sono
chiamato a fare i record ma nella “perseveranza” del stare e fare quello che
posso e so contribuisco a raggiungere il traguardo.
Rispetto alle
prime tre maratone, dove ho usato molto nei miei allenamenti e nella maratona
stessa l’mp3, ultimamente corro senza nulla, non so dire se è meglio, è
diverso, per ora va così e cerco di godermi il così di ora. Tuttavia ogni
maratona, almeno per me, è abbinata ad una canzone che me ne ricorda lo spirito
e soprattutto la preparazione, quella di Firenze è una canzone dei Nomadi che
vi invito a vedere/ascoltare fino alla fine.
Per me è
bello credere che anch’io possa essere, almeno
qualche volta, fra quelli che con la loro voce, magari sbagliando la metrica e con evidenti stonature, contribuiscono
a emozionare il Solista e a indurlo a cantare ancora per noi.
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