Eh già! a
volte mi sento proprio una lumachina;
una lumachina che però pian pianino, con molta calma - non senza
preoccupazioni e pericoli – è capace di percorrere chilometri e chilometri
sfiorando con le due ruote paesi, città, lagune, mari, fiumi, montagne e laghi.
Che dire di questa estate insolitamente piovosa
se non che in tanti km, di acqua non ne
abbiamo presa nemmeno una goccia? Nei tre itinerari fatti durante l’estate, con
i nostri fedeli borsoni pieni di tutto ciò che serve e anche di ciò di cui non
si riesce a fare a meno, ho imparato (parole non mie) che è utile e saggio
guardare le previsioni meteo ma lo è ancor più guardare il cielo prima di
partire.
Nel giro di
3 giorni fatto da Padova ad Albarella,
Delta del Po e ritorno ogni mattina prima di partire promettevano
pioggia. E guardando di tanto in tanto il
meteo su internet sembrava che in quel preciso momento sopra le nostre teste dovesse
esserci il diluvio; ogni volta, spalmandoci a vicenda la crema solare, alzavamo
gli occhi al cielo e ci chiedevamo dove
fossero i nuvoloni e soprattutto la pioggia.
Bellissimo
il giro fatto in compagnia di Dario e Luisa da Padova a Chioggia con
spostamenti in traghetto per raggiungere Pellestrina, il Lido e di nuovo la
terraferma seguendo prima il Sile e poi il Muson, lascio a Luisa se ne avrà voglia, scrivere
qualcosa su questa nuova esperienza.
E infine,
dulcis in fundo, l’ultimo giro: partiti da Padova diretti ad Asolo per la via
degli Ezzelini con l’intento di fermarci a dormire più o meno a Bassano, ci
portiamo invece avanti anche nella salita e troviamo riposo a Valrovina. Dal giorno
seguente vai coi dislivelli. Beh! Diciamo che più che una lumachina mi sono
sentita spesso una Ornellachina sulla ruota davanti; ma pedalata dopo pedalata,
tra una salita e una discesa e una nuova risalita eccoci ad Asiago e a
Camporovere. A Mezzaselva la nostra amica Emanuela ci offre un buon caffè e torniamo a
Camporovere dove il parroco ci accoglie nel patronato. Ci accompagnano la
mattina seguente nuvoloni neri e cupi, le persone che incontriamo ci guardano
un tantino perplesse, sembrano dire “ma che ci vanno a fare questi coi borsoni
su al Ghertele” anche perché, dicono, oggi
è acqua sicura. Ma anche questa volta una manina sembra tenere lontana la
pioggia e facciamo tutta la salita che porta al Ghertele e poi al Vezzena ben
vestiti ma asciutti. Una discesa panoramica tra strapiombi e gallerie ci regala
la vista meravigliosa dei laghi di Levico e Caldonazzo abbracciati dal sole, che
raggiungiamo in brevissimo tempo: sosta al lago e poi via verso la ciclabile
della Valsugana. Dopo una notte di meritato riposo a Valstagna riprendiamo la
strada che ci porta a casa.
Partendo da
casa, si lasciano mille pensieri e preoccupazioni. Non si è mai pienamente
convinti e a ben guardare ci sarebbero cento motivi e altrettante paure per non
partire. Anche durante la strada a volte
vien voglia di tornare sui propri passi, di tornare indietro, di appendere la
bici in garage per non riprenderla più in mano.
Piano piano la nebbia della fatica si dirada e solo allora riaffiorano i
ricordi, sembra tornare a galla anche ciò che ti sembrava di non poter
ricordare perché passato troppo velocemente attraverso, i tuoi occhi, le tue
orecchie, i tuoi sensi. È bello
ripensare ora, con calma, a quanto
vissuto, a quanto visto, alla fatica, a chi hai incontrato, a chi ha corso con
te.
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